Giro d’Italia (2.UWT), Stage 6: Vince Fausto Masnada. Valerio Conti in Rosa

Masnada

La tappa più lunga del Giro d’Italia (2.UWT), Cassino – San Giovanni Rotondo (238 km), è vinta da Fausto Masnada (Androni Giocattoli – Sidermec) al termine di una lunghissima fuga; cambia anche la maglia rosa con Valerio Conti (UAE Team Emirates) che la sfila all’ex leader Primoz Roglic (Team Jumbo – Visma).

Nelle prime fasi della corsa si susseguono scatti e contro scatti per provare la fuga, ma sono azioni sporadiche che non hanno successo. Il gruppo si spezza per va di una cauta che vede coinvolto Roglic, che riporta qualche escoriazione, e che vede attardarsi Mikel Landa (Movistar Team), Rafal Majka (BORA – hansgrohe), Simon Yates (Mitchelton – Scott) e Ilnur Zakarin (Team Katusha – Alpecin).

Il gruppo si ricompatta rapidamente e al 42esimo km parte la fuga di giornata composta da José Rojas (Movistar Team), Nans Peters (Ag2r La Mondiale), Pieter Serry (Deceuninck – Quick Step), Ruben Plaza (Israel Cycling Academy), Nicola Bagioli (Nippo – Fantini – Faizanè), Valerio Conti (UAE Team Emirates), Danilo Wyss (CCC Team), Andrey Amador (Movistar Team), Fausto Masnada (Androni Giocattoli – Sidermec), Giovanni Carboni (Bardiani – CSF), Valentin Madouas (Groupama – FDJ), Sam Oomen (Team Sunweb), Amaro Antunes (CCC Team) e Nicola Conci (Trek – Segafredo); da subito sembra l’azione giusta con il gruppo che lascia fare ai fuggitivi con il vantaggio che cresce chilometro dopo chilometro e arriva a 6’25”.

La salita di Coppa Casarinelle decide la tappa con l’attacco di Masnada seguito da Conti; intesa perfetta tra i due con Masnada che vince la tappa e Conti va per la prima volta in carriera in Rosa.

Il gruppo Roglic arriva al traguardo con un ritardo di 7’19”.

 

Giro d’Italia (2.UWT)

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Le Samyn (1.1): Florian Sénéchal si regala la prima vittoria in carriera

florian senechal

Florian Sénéchal (Deceuninck – Quick Step) si aggiudica la 51esima edizione de Le Samyn (1.1) regalandosi la prima vittoria da professionista.

Partenza a razzo del gruppo che in un primo momento non lascia spazio a nessuna azione; dopo 60 km ci provano con successo Alexis Gougeard (Ag2r La Mondiale), Tom Dernies (Natura4Ever – Roubaix Lille Metropole) e Gianni Marchand (Cibel – Cebon). I tre attaccanti di giornata hanno così il via libero da parte del gruppo e accumulano un vantaggio massimo di tre minuti.

Appena entrati nel circuito finale il gruppo tirato dalla Direct Energie alza notevolmente l’andatura che screma il gruppo anche grazie all’azione di Damien Gaudin che ai meno 40 dall’arrivo screma ulteriormente il gruppo che a questo punto della corsa è formato da circa 40 unità. Pieter Serry e Aimé De Gendt (Wanty – Groupe Gobert) cercano di avvantaggiarsi sul plotoncino dei migliori; sulla Côte de la Roquette partono Niki Terpstra, Lars Boom (Roompot – Charles) e Sénéchal; sull’ultimo tratto in pavè Rue de Belle Vue tenta la stoccata decisiva il francese della Deceuninck che si porta dietro Boom e Terpstra. I tre non trovano l’accordo così da dietro rientrano il compagno di squadra Tim Declerq ed uno stoico De Gendt. Declerq tenta la sorpresa l’azione in contropiede ma il belga viene ripreso a 400mt dall’arrivo. Boom parte lungo ma Sénéchal ne ha di più vincendo la gara davanti a De Gendt e Terpstra. Per la Deceunick – Quick Step si tratta della decima vittoria stagionale.

 

Le Samyn (1.1) 🇧🇪 

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Le Samyn arrivo

Strade Bianche: Vince Benoot. Superlativo Wout Van Aert

Tiesj Benoot Strade Bianche
Tiesj Benoot 

Passa agli archivi un’altra edizione de “la corsa del nord che si corre più a sud”; l’edizione 2018 è stata soltanto la 12 esima edizione di questa giovanissima corsa, come quelle amicizie o quegli amori che abbiamo da poco ma che infondo sembra conoscerli da sempre. Passa agli archivi un’edizione di cui francamente tutto il movimento aveva bisogno: negli ultimi mesi il mondo delle 2 ruote a pedali è stato sovrastato da una discussione deprimente e inutile, il cosiddetto “caso Froome”, su cui si sono spese parole, parole e ancora parole, da parte di chiunque, dimenticando che il bel tacer non fu mai scritto. La sfida è “alzi la mano chi durante questa bellissima diretta, anche solo un istante, ha pensato a questo”. Nessuno, perchè oggi il ciclismo ci ha ricordato una cosa che spesso ci dimentichiamo: il ciclismo si ama. Il compito di ogni spettatore è uno ed è molto semplice. La corsa di oggi ci dice tanto altro, in realtà. Ci dice che esistono poche corse al mondo dove sullo stesso podio possiamo trovare un corridore da classiche in pavè (non solo), un corridore che ha fatto 2 podi al Tour de France, e uno che dal 2012 ad oggi è ininterrottamente sul podio dei mondiali di ciclocross e che riesce a battere Tony Martin a crono.

La corsa è condizionata dal meteo, e lo si sapeva. Si parte subito forte, i frazionamenti sono naturali, i gruppetti si sbriciolano chilometro dopo chilometro, fino a che il gruppo non si spezzi in 2 già sul settore numero 2, con ben 70 uomini davanti. La corsa prosegue con vari tentativi di drappelli, che vengono riassorbiti ai -59 km dall’arrivo. Prova un allungo Alejandro Valverde (Movistar Team), subito stoppato dal gran lavoro di Daniel Oss (Bora – Hansgrohe) Dopo un momento di calma, da dietro rientra Romain Bardet (Ag2R La Mondiale), che parte subito in contropiede, seguito e braccato da Wout Van Aert (Vérandas Willems – Crelan), capace di capire che sarà l’attacco decisivo. I due si danno cambi continui e mantengono un buon margine di oltre 1′ sul gruppo dei migliori composto da Peter Sagan, Valverde e Zdenek Stybar (QuickStep – Floors), che lasciano fare. Al loro inseguimento si lanciano dapprima Pieter Serry e Tiesj Benoot (Lotto – Soudal), e poi la coppia Robert Power (Mitchelton – Scott) e Giovanni Visconti (Bahrain Merida Pro Cycling Team). Benoot sembra averne più di Serry, infatti lo pianta  e va a colmare oltre 35″ di svantaggio dai 2 al comando compiendo la rimonta ai -15km. Giusto il tempo di rifiatare, che sulla salita delle Sante Marie s’invola in solitaria, incurante del gelido inizio di marzo che ha coperto l’Europa, e incurante dello sforzo immane compiuto per annullare il margine di svantaggio. Ne ha più di tutti, arriva da solo in piazza del campo, facendo gli ultimi 300 metri quasi senza pedalare. Piazza d’onore per Bardet, e onore delle armi all’invitato dell’ultimo momento, Van Aert, che all’arrivo stramazza al suolo dalla fatica.

Vita da corridore. Ieri sul suo account instagram aveva postato gli orari del suo ordinario venerdi: sveglia alle 5:20 del mattino, volo alle 7:30 per l’Italia, ore 12:30 allenamento (sui rulli, fuori il solo Benoot ha avuto la forza di allenarsi), ore 18 conferenza stampa. Bello sottolineare come possa essere simile alla vita di tutti quella del corridore, con mille impegni e tutto ad incastro. Proprio Van Aert in occasione dell’evento di ciclocross di Baal dell’1 gennaio ebbe a dire che non gli dispiaceva affatto andare a dormire presto la notte di capodanno, perchè era il suo lavoro essere in gara il giorno dopo.

I battuti. Bisogna partire da Valverde, che sembrava avere una gamba esagerata in linea con le corse precedenti, proseguendo con Sagan, che l’impegno lo ha messo nonostante non fosse in gara da gennaio in Australia, passando per Stybar e Kwiatkowski, e tutti i big, che sono semplicemente stati battuti da emergenti corridori fortissimi. Si avrà certamente modo di parlare anche di loro che saranno sicuramente protagonisti della primavera.

Il centauro Tjesi. Nella piazza tanto cara al Palio, Tjesi Benoot ha compiuto il capolavoro più bello della sua carriera, che nonostante tutto conta di ben 4 stagioni nel professionismo e tanti grandi risultati. La regia ha “pagato” il meteo poco clemente, per cui le inquadrature aeree sono state parte marcata della gara, mostrando una vera e propria pattinata dei corridori sulle quelle strade liscie e liquorose, impastate dall’acqua come a formare uno strado di caramello che copriva questi maestosi paesaggi italiani quasi da prendere a cucchiaiate. Nei giorni in cui in Italia se ne sentono tante in clima di campagna elettorale, oggi si è visto i corridori andar forte, senza sapere su quali terreni siano specializzati, ma basta vedere i recenti risultati del vincitore, soprattutto in terrà francese l’anno passato, 12° al Delfinato e 20° al Tour (dove quest’anno ci sarà tanto pavè) e pensare ad un azzardo: potrà fare classifica? Siamo in clima strade bianche, dove tutti i corridori possono essere competitivi contro tutti, ad oggi evitiamo di rispondere con un “no secco”.

Gabriele Di Mauro

 

12th Strade Bianche

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